Oggi sono andata a vedere la mostra della scultrice Franca Ghitti al Museo cantonale d’Arte a Mendrisio. Simbolismo, rituali, gesti, presenze; forze ancestrali capaci di risuonare con corde dell’anima che non sappiamo più interpretare. Non sono mai state letture semplici, chiare e dal significato specifico, ma proprio questa indefinita espressione permetteva all’essere umano di cogliervi l’infinito.
Queste note appartenevano alla cultura dei luoghi e approcciarvisi era una necessità; consisteva nel lasciare che qualche cosa potesse agire sulla coscienza creando movimenti e contatti con l’attorno, un attorno dai confini labili quanto il senso di appartenenza con esso, tendente per sua stessa natura all’unione.
La potenza scaturita della bidimensionalità delle sculture di Franca appartiene sia al passato che al futuro, a un vedere e a un sentire che rendono la terza dimensione possibile attraverso l’elevazione; segni la cui profondità corrisponde all’espressione incisa sul volto dell’esistenza, la cui interpretazione svela mappe che forse non intendono portare verso alcuna meta ma che di sicuro sanno colloquiare con il centro del presente, e cioè con il traguardo tagliato da ognuno di noi in quel preciso istante.
Esposizione in mostra presso il Museo d'Arte di Mendrisio fino al 15 luglio 2018.