L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta nello spazio, disse Ludwig Mies Van der Rohe; è che per tradurre occorre saper ascoltare ciottoli e fiumi, dalla più scontata abitudine al più audace desiderio, dalle dinamiche comunitarie ad ogni singola individualità.
Questo è lo spirito che aleggia fra i banchi del workshop di progettazione urbana giunto ormai alla sua terza edizione. Compito di quest'anno cercare, attraverso proposte di intervento, di ridare al comune di Rovio una piazza abitata. Il gruppo è composto prevalentemente da architetti e studenti giunti da ogni parte d'Italia e del Ticino, sapientemente capitanati dall'architetto Licia Lamanuzzi, più me, che avevo bisogno di un nuovo punto di vista per sollevare il mondo e sbirciare cosa si nasconde sotto.
E così di seguito, in un post che aggiornerò giorno per giorno, proporrò un elenco di ciò che avrò imparato durante la giornata.
Day 1 - Ritrovo e incontro con la popolazione:
- Se chiedi la gente risponde
- Se ascolti la gente racconta
- I paesi sono visti, scritti, immaginati e ce li hai sotto, sopra, attorno e dentro
- Il confine è una relazione
- Le persone sono i luoghi che abitano e che vorrebbero abitare
- Riqualificare significa riconsegnare
- Il pedone vince laddove ne viene incentivata la presenza
- Anche i garzoni disegnano
- Delimitare limiti limita l’apprendimento degli stessi
- L'educazione non può essere delegata a un recinto
- Su alcune panchine si scrive l’infotraffico
- I bambini vedono cosa potrebbe diventare, mentre gli anziani cosa potrebbe venire a mancare
- Condividere riduce la dispersione
- L’obiettivo è un incastro
- I giovani sono belli
- Coinvolgere ne accentua il senso
Day 2 - Primi schizzi e conferenze pubbliche:
- Le interferenze non si annullano, si trattano
- Una costruzione risuona nella coscienza umana di ognuno
- Se riesci a immaginare qualche cosa, quella cosa ti attraversa
- Ascoltare il bacio fra strada e piazza
- Assecondare non è ricalcare
- Non abbiamo bisogno di recinti per sentirci liberi
Dall'architetto Martino Pedrozzi ho imparato che:
- Si abitava la semplicità
- Le cascine sono embrioni dello spazio urbano
- Le rovine possono diventare un omaggio a chi le ha vissute
- L'insieme delle vie formano un unico spazio
- Sovrapporre salva fiumi e vigneti
- Senza togliere o portare nasce l'ordine dello spostare
- Per separare a volte occorre unire
- Il bello appaga anche se non se ne conosce la storia
Dagli architetti Federico de Molfetta e Hope Strode:
- C'è bisogno di paesaggio
- Non è necessario nascondere, ma creare relazioni
- Le complessità vanno mantenute, occorre solo calibrarle
- L'immaginazione è ciò con cui ci confrontiamo, e ridare la possibilità di immaginare è importante
- Le masse vegetali sono volumi; il linguaggio architettonico è uguale, a cambire è il fattore tempo
- La natura tende alla complessità, l'architettura al deperimento
- Una spina dorsale vegetale è sorretta da ambienti
- La manutenzione di uno spazio fa parte della struttura
Day 3 - Sviluppo progetti e conferenze parte seconda:
La giornata di oggi invece mi ha portato a comprendere che:
- La progettazione urbanistica consiste nel creare un disegno dello spazio capace di trasportare il comfort domestico dalla scala privata a quella pubblica (Arch. Bjorn Klingenberg)
Dall’ingegnere, architetto e architetto paesaggista Cristina Petralla ho imparato che:
- La soluzione è trovare un giusto modo per raggiungere il futuro
- Il paesaggio è un’invenzione umana dei tempi recenti; prima natura e mare uccidevano, non si diceva “che bel paesaggio”
- Per capire cosa fare occorre comprendere le parti
- Un paesaggio è ciò che rimane; è ciò che noi lasciamo
- Uno spazio pubblico è l’insieme del contesto
- Un buon governo porta ad avere un buon paesaggio, il cui primo passo consiste nell’offrire sicurezza
- In un progetto occorre inserire anche l’incertezza; non si è mai sicuri di come la propria opera verrà vissuta e utilizzata
- La totalità del territorio è un insieme di sistemi, a cui va dato ad ognuno la possibilità di svilupparsi senza diventare preponderante
- Il progresso non è solo un avanzare, ma a volte consiste nel ripensare il passato e tornare indietro
- Il paesaggio è un’opera collettiva, siamo noi a comporlo
Dall’architetto Stefano Moor invece ho capito che:
- La città è il punto culminante fra natura e cultura
- Insegnare non è nient’altro che continuare a fare ciò che si fa tutti i giorni
- Paragonare serve a capire
- L’architettura dovrebbe dare la risposta più giusta a una problematica
- Esistono ombre inutili
- Si può dare una risposta al luogo attraverso una struttura statica
- Non bisogna avere paura o vergognarsi di ripetere le stesse cose
- Per creare il vuoto occorre densificare l’attorno
- Si cerca di dare risposte che diano un senso a tutto il territorio
- La buona architettura si può imparare, mentre il pensiero etico va guidato e sviluppato
Day 4 - ProgetTIAMO il futuro:
Oggi mi sono data alla creazione di un video ispirato e dedicato alla progettazione urbana.
ProgetTIAMO
Ecco il suolo, su cui son solo
su quei percorsi, rivivo i miei trascorsi
ma una trasformazione, porta alla reazione.
Sulla piazza, appare una ragazza
percorro il tragitto, vengo trafitto
intraprendo il cammino, e mi avvicino.
Dai legami, nascon "mi ami?"
uniamo la storia, progettiamo il futuro
"certo che ti amo, ne sono sicuro".
Day 5 - Parole della piazza:
Cosa vorrebbero vedere i bambini nella piazza del loro paese? Uno squalo, qualche foca, un trampolino ma anche sculture e quadri. Le risposte nel video riassunto della quinta giornata del WPURovio2017 mixato a qualche foto del passato e del presente, avendo già nei desideri rappresentato il futuro.