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Benvenuto Living Coral Pantone 16-1546, il colore dell'anno 2019

Come ogni anno il Pantone Color Institute ha decretato il colore dell’anno venturo, che per il 2019 si orienta verso un rosa-corallo arancione che già amo.

L’azienda lo definisce così “in risposta all’attacco della tecnologia digitale e dei social media che si integrano sempre più nella vita quotidiana, l’individuo è alla ricerca di esperienze autentiche che gli consentano connessione e intimità. Socievole e vivace Living Coral incoraggia l’attività spensierata, simbolizza l’innato bisogno di ottimismo che c’è in tutti noi”.  

E cosa più dell’Engadina può offrire tutto ciò? Omaggio quindi al Pantone 16-1546, e che connessione e intimità nel 2019 possano davvero dilagare ovunque ;-).  

Engadina in Pantone 16-1546:

Il video di presentazione del Living Color:

Il senso dell'autunno

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È quello stare seduti su una panchina, al sole, ad occhi chiusi, lasciando al caldo percepito sulla pelle il compito di trasportarci nel paesaggio. Se in quel momento ci fosse un pittore intento a riprendere l’attorno non si accorgerebbe nemmeno della nostra una presenza, ci ritrarrebbe semplicemente come parte dell’insieme, fusi nel panorama.

E poi l’odore, come definirlo? La fragranza scaturita dai sentieri al nostro passaggio è un miscuglio di terra, resina, selvaggina ed esperienze. Dal bouquet olfattivo si possono inoltre riconoscere alcune note di pensieri, qualche risata, un accenno di meraviglia e a volte persino una vena di rimpianto, abbandonata sul cammino affinché possa iniziare a dare vita ad altro, o scivolare via.

Quando si rimane assorti in questo stato, accade sovente che salgano alla mente singole parole come fanno i gnocchi ormai cotti prima di adagiarsi in superficie. In questi casi per assaporarle è sufficiente iniziare a pronunciarle, ed ecco quindi fuoriuscire dalle labbra bocconcini di castagne, ribes, brindisi, musica, tartufo, battiti, vaniglia, arance e così via, fino ad arrivare a croccanti biscotti fatti di baci, o di commiati.

E le voci? Durante il giorno è un continuo ascoltare storie, suoni, respiri e canti giunti da indefinite distanze, i quali sussurrano all’orecchio indovinelli la cui risposta va cercata là fuori, in quel tripudio di colori a cui bisogna ogni volta riabituare lo sguardo, perché per conoscere davvero questa stagione occorre osservarla a lungo fino a quando messa a nudo si ritrae, e scompare.

L’autunno è fatto così, si agghinda e si mette in posa per distrarci ma se si ha la pazienza e la volontà di andare oltre si capisce che l’immagine non è quella che si ha di fronte, ma appare a poco a poco come negli scatti delle vecchie Polaroid. Per coglierlo ci vuole quindi qualcuno che abbia l’intenzione di lasciarsi avvicinare e impressionare, che sappia a sua volta allungare la mano per sventolare il risultato e soffiare delicatamente sulla superficie: si vedrà così apparire il sentimento dell’autunno immortalato su una panchina, ad occhi chiusi, intento a godersi il sole, seduto proprio accanto a noi.

Articolo pubblicato su Il Bernina il 29 ottobre 2018.

Concorso fotografico Lugano Città del Gusto: menzione speciale per Eccoti

Eccoti

Eccoti

Dal 13 al 23 settembre si è svolto in Ticino il primo food festival; 11 giorni di eventi, manifestazioni, e incontri che hanno trasformato Lugano nella capitale svizzera del gusto. Per l'occasione è stato indetto il concorso fotografico “Lugano Città del Gusto” a cui ho partecipato con tre scatti, e quello qui sopra riportato ha ricevuto dalla giuria selezionata una menzione speciale.

Di seguito quanto presentato:

In questo lavoro ho preso spunto dall'affermazione di Kant in cui dice che il gusto è la facoltà di giudicare il bello, quindi un giudizio espresso a seguito di un'indagine in cui il concetto di osservazione è un'attitudine indispensabile.

Osservare permette di diventare parte di ciò che viene osservato, offrendo di conseguenza la possibilità di venir osservati. Quindi osservare per osservarsi, scoprire per scoprirsi, gustare per gustarsi, in un gioco di riflessi e fusioni fra ambiente interno e circostante dal cui dialogo sono nate storie sottili.

I titoli delle opere presentate sono:

  • Eccoti

  • Eccomi

  • Eccolo

Essendo il concorso legato alla Città di Lugano e più in particolare all'evento Lugano Città del Gusto, nello scatto Eccolo il racconto immaginifico è ambientato in un contesto di sapori e bellezza, in Eccomi fra moda e paesaggio e in Eccoti fra cultura e amore.

Eccomi

Eccomi

Eccolo

Eccolo

Andar per mare alla maratona engadinese

Alla maratona engadinese di sci di fondo si può partecipare da sportivo, tifoso, spettatore o, come ho scoperto quest’anno, da velista.

Che fosse la 50esima edizione era ben noto, con l’iscrizione dei pettorali terminata già mesi fa, come ormai tutti sapevano da giorni che non sarebbe stata un’edizione baciata dal sole, e così è stato (ma non per tutti). Pioggia e neve si sono alternati il passo più volte, quasi volessero imitare il ritmo dei 14’000 presenti al suolo diretti a Pontresina o S-chanf.

Da parte mia il tragitto è stato molto più breve, giusto qualche chilometro a piedi per arrivare sul lago di Maloja armata di apparecchio fotografico, in attesa del momento che si è poi dimostrato corrispondere a un varo. Già, perché all’inizio ero troppo concentrata su inquadrature, scatti e tempi d’esposizione per rendermene conto, eppure il mare era già lì vicino a me. Ho cambiato obiettivo, l’ho asciugato e rimesso i guanti; sono passati un elicottero, un paio di persone sotto l’ombrello, una motoslitta e poi ok, di immagini ne avevo abbastanza, potevo quindi cambiare postazione. 

Mi sono incamminata a lato pista seguendo il flusso di persone mantenendo lo sguardo al suolo per ripararmi dalla pioggia, ed è stato lì che l’ho sentito: uno, due, uno due, e uno e due, fra il silenzio. Tanto silenzio, malgrado avessi accanto mille persone. I respiri dei corridori si sono appoggiati alle spinte trasformandole a poco a poco in onde, e quando ho alzato gli occhi dal manto nevoso finalmente l’ho visto: davanti a me si estendeva il mare attraversato da una miriade di singole imbarcazioni.

Perché davvero, a camminarci a fianco prima o poi ti arrivano sia il vento dei loro pensieri sia il flusso delle emozioni che vi stanno aleggiando. È che quando questo accade poi vuoi salirci anche tu su un'imbarcazione, e così capita di ritrovarti in un giorno d’inverno, a 1800 metri di altitudine, circondato dalle Alpi, a veleggiare libero verso un orizzonte presente solo a te stesso. Magari per alcuni questa linea corrisponde a una meta, per altri a un tragitto, per altri ancora a un passaggio e per altri in fondo chi lo sa e poco importa, è che in questo lasciarsi fluire mi sa che, malgrado le condizioni meteo avverse, prima o poi tutti se lo sono visto apparire davanti: era il sole, il proprio sole.

Coltivare sogni grandi come piccoli frutti

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Questa più che una storia imprenditoriale sembra una fiaba, anche se a parer mio lo è davvero. L’inizio potrebbe corrispondere a “c’era una volta, in un paesino di montagna divenuto più luogo di transito che di residenza, un uomo a cui apparve in sogno una mora”, e non sarebbe nemmeno poi così distante dalla realtà. 

Sto parlando di Nicolò Paganini dell’azienda Piccoli Frutti di Campascio, frazione di Brusio in Valposchiavo, il quale passando davanti a un enorme roveto un giorno ebbe l’illuminazione. Figlio di commercianti la sua strada l'avrebbe portato altrove, ma guardando quelle splendide more selvatiche capì che quella era terra idonea per la coltivazione di frutti di bosco, ed ebbe ragione.

Poco sole, terreno ricco, acqua dal lago sovrastante: occorreva solo trovare lo spazio in cui inserire le coltivazioni. E qui potremmo aggiungere un altro capitolo al racconto fantastico. “In quel villaggio per guardare l’orizzonte occorreva alzare gli occhi oltre le cime delle montagne; sul fondo rocce e fiume, nel mezzo il bosco. A monte e a valle paesi troppo lontani e, poco distante, case abbandonate o di vacanza con giardini selvatici o soffocati dall’incuria”. Ed ecco un'altra intuizione: usare quelle parcelle per la coltura.

Oggi l’azienda vanta 9 ettari di piantagioni suddivisi su 70 appezzamenti, composti prevalentemente da giardini o terrazzamenti ripristinati. Attorno a case diroccate o di vacanza si possono ora trovare piante di lamponi, mirtilli, ribes, fragole, more, prugne, mele e ciliegie. Considerate inoltre l’impatto estetico per Campascio, divenuto ora più ordinato, colorato e vivo. Avere così tante parcelle separate è sicuramente un impegno per l’azienda, ma dal punto di vista della protezione del raccolto si è rivelato un vantaggio, sempre in balia di agenti atmosferici inaspettati o malattie nocive per la pianta. 

La raccolta dei prodotti dura da giugno a settembre. Visto che le persone impiegate in questo periodo sono soprattutto casalinghe, gli orari di lavoro sono stati adattati alle necessità familiari, come finire un po’ prima a mezzogiorno per poter tornare a casa a preparare il pranzo. E non ditemi che anche questo non potrebbe diventare un ulteriore bel paragrafo incantato. Ma non è finita qua.

La frutta raccolta è venduta sia fresca che elaborata, per la cui trasformazione occorreva un nuovo laboratorio. In questi casi spesso la formula consiste in terreno + prefabbricato ma, ovvio, così non è stato. Il cuore da coltivatore di Nicolò l'ha portato a scegliere la ristrutturazione di una costruzione fatiscente nel nucleo piuttosto che togliere ulteriore verde alla valle. Oggi al pian terreno si trova l’azienda e ai piani superiori un bed&breakfast delizioso con un nome che parla da sé: Coltiviamo Sogni.

Già, perché io credo che se si ha abbastanza coraggio per lasciare affondare i piedi nella terra prima o poi se ne sentirà pulsare il battito, e tutto ciò che nascerà da questo incontro potranno essere solo grandi gesti d’amore anche se racchiusi nel piccolo formato di un frutto. D'altronde la delicatezza necessaria per raccogliere un lampone non è forse la stessa che si utilizzerebbe per afferrare un sogno? Nicolò lo ammette, non è stato sempre facile ma si sa: così non fosse stato non avrebbe potuto trattarsi di una favola a lieto fine.

P.S.1: Fatevi un giro nel loro sito, vedrete che le possibilità offerte sono molte e tutte estremamente interessanti, perché oltre a Nicolò Paganini c’è anche l'azienda vitivinicola La Perla di Marco Triacca. 

P.S.2: questo post è a titolo gratuito. Ci tenevo a scriverlo perché mi hanno molto colpita l'attenzione, la cura, l'affetto e l'impatto positivo delle scelte prese non solo guardando verso la propria attività ma considerando la comunità intera. Inoltre se lo meritano davvero e a consigliarvelo vado sul sicuro ;-).

P.S.3: le foto sono state fatte fuori stagione, quindi manca tutta l'apoteosi fruttifera.

 

Workshop di progettazione urbana/umana

L’architettura è la volontà dell’epoca tradotta nello spazio, disse Ludwig Mies Van der Rohe; è che per tradurre occorre saper ascoltare ciottoli e fiumi, dalla più scontata abitudine al più audace desiderio, dalle dinamiche comunitarie ad ogni singola individualità.

Questo è lo spirito che aleggia fra i banchi del workshop di progettazione urbana giunto ormai alla sua terza edizione. Compito di quest'anno cercare, attraverso proposte di intervento, di ridare al comune di Rovio una piazza abitata. Il gruppo è composto prevalentemente da architetti e studenti giunti da ogni parte d'Italia e del Ticino, sapientemente capitanati dall'architetto Licia Lamanuzzi, più me, che avevo bisogno di un nuovo punto di vista per sollevare il mondo e sbirciare cosa si nasconde sotto.

E così di seguito, in un post che aggiornerò giorno per giorno, proporrò un elenco di ciò che avrò imparato durante la giornata.

Day 1 - Ritrovo e incontro con la popolazione:

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  • Se chiedi la gente risponde
  • Se ascolti la gente racconta
  • I paesi sono visti, scritti, immaginati e ce li hai sotto, sopra, attorno e dentro
  • Il confine è una relazione
  • Le persone sono i luoghi che abitano e che vorrebbero abitare
  • Riqualificare significa riconsegnare
  • Il pedone vince laddove ne viene incentivata la presenza
  • Anche i garzoni disegnano
  • Delimitare limiti limita l’apprendimento degli stessi 
  • L'educazione non può essere delegata a un recinto
  • Su alcune panchine si scrive l’infotraffico
  • I bambini vedono cosa potrebbe diventare, mentre gli anziani cosa potrebbe venire a mancare
  • Condividere riduce la dispersione 
  • L’obiettivo è un incastro
  • I giovani sono belli
  • Coinvolgere ne accentua il senso

Day 2 - Primi schizzi e conferenze pubbliche:

  • Le interferenze non si annullano, si trattano
  • Una costruzione risuona nella coscienza umana  di ognuno
  • Se riesci a immaginare qualche cosa, quella cosa ti attraversa 
  • Ascoltare il bacio fra strada e piazza
  • Assecondare non è ricalcare
  • Non abbiamo bisogno di recinti per sentirci liberi

Dall'architetto Martino Pedrozzi ho imparato che:

  • Si abitava la semplicità
  • Le cascine sono embrioni dello spazio urbano
  • Le rovine possono diventare un omaggio a chi le ha vissute
  • L'insieme delle vie formano un unico spazio
  • Sovrapporre salva fiumi e vigneti
  • Senza togliere o portare nasce l'ordine dello spostare
  • Per separare a volte occorre unire
  • Il bello appaga anche se non se ne conosce la storia

Dagli architetti Federico de Molfetta e Hope Strode:

  • C'è bisogno di paesaggio
  • Non è necessario nascondere, ma creare relazioni
  • Le complessità vanno mantenute, occorre solo calibrarle
  • L'immaginazione è ciò con cui ci confrontiamo, e ridare la possibilità di immaginare è importante
  • Le masse vegetali sono volumi; il linguaggio architettonico è uguale, a cambire è il fattore tempo
  • La natura tende alla complessità, l'architettura al deperimento
  • Una spina dorsale vegetale è sorretta da ambienti
  • La manutenzione di uno spazio fa parte della struttura

Day 3 - Sviluppo progetti e conferenze parte seconda:

La giornata di oggi invece mi ha portato a comprendere che:

  • La progettazione urbanistica consiste nel creare un disegno dello spazio capace di trasportare il comfort domestico dalla scala privata a quella pubblica (Arch. Bjorn Klingenberg)

Dall’ingegnere, architetto e architetto paesaggista Cristina Petralla ho imparato che:

  • La soluzione è trovare un giusto modo per raggiungere il futuro
  • Il paesaggio è un’invenzione umana dei tempi recenti; prima natura e mare uccidevano, non si diceva “che bel paesaggio”
  • Per capire cosa fare occorre comprendere le parti
  • Un paesaggio è ciò che rimane; è ciò che noi lasciamo
  • Uno spazio pubblico è l’insieme del contesto
  • Un buon governo porta ad avere un buon paesaggio, il cui primo passo consiste nell’offrire sicurezza
  • In un progetto occorre inserire anche l’incertezza; non si è mai sicuri di come la propria opera verrà vissuta e utilizzata
  • La totalità del territorio è un insieme di sistemi, a cui va dato ad ognuno la possibilità di svilupparsi senza diventare preponderante
  • Il progresso non è solo un avanzare, ma a volte consiste nel ripensare il passato e tornare indietro
  • Il paesaggio è un’opera collettiva, siamo noi a comporlo

Dall’architetto Stefano Moor invece ho capito che:

  • La città è il punto culminante fra natura e cultura
  • Insegnare non è nient’altro che continuare a fare ciò che si fa tutti i giorni
  • Paragonare serve a capire
  • L’architettura dovrebbe dare la risposta più giusta a una problematica
  • Esistono ombre inutili
  • Si può dare una risposta al luogo attraverso una struttura statica
  • Non bisogna avere paura o vergognarsi di ripetere le stesse cose
  • Per creare il vuoto occorre densificare l’attorno
  • Si cerca di dare risposte che diano un senso a tutto il territorio
  • La buona architettura si può imparare, mentre il pensiero etico va guidato e sviluppato
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Day 4 - ProgetTIAMO il futuro:

Oggi mi sono data alla creazione di un video ispirato e dedicato alla progettazione urbana.

ProgetTIAMO

Ecco il suolo, su cui son solo
su quei percorsi, rivivo i miei trascorsi
ma una trasformazione, porta alla reazione.

Sulla piazza, appare una ragazza
percorro il tragitto, vengo trafitto
intraprendo il cammino, e mi avvicino.

Dai legami, nascon "mi ami?"
uniamo la storia, progettiamo il futuro
"certo che ti amo, ne sono sicuro".

Day 5 - Parole della piazza:

Cosa vorrebbero vedere i bambini nella piazza del loro paese? Uno squalo, qualche foca, un trampolino ma anche sculture e quadri. Le risposte nel video riassunto della quinta giornata del WPURovio2017 mixato a qualche foto del passato e del presente, avendo già nei desideri rappresentato il futuro.

Quando una fotografia si apre

E quindi le fotografie possiedono una data di scadenza. Non nel senso che passato un certo periodo è necessario buttarle, è solo che dopo una tale data finalmente si mostrano. Un po' come fossero un calendario dell'avvento autonomo; trovi una finestrella aperta quando decidono loro. Altrimenti non si spiega come mai ciò che scatto oggi, il giorno mese anno dopo acquista un significato diverso. E sai che regalo venire invasi da quella cosa lì che è come rivivere un istante di cui però non avevi né coscienza né memoria, o almeno non in quel modo.

La foto di oggi è una di quelle: appena l'ho vista ho capito cosa ho realmente immortalato. Non il primo d'agosto, un uomo, i falò e a chi mancano, il caldo sprigionato o il silenzio che regnava no, ho voluto fotografare me. E niente, era solo per dire che a volte riguardo le immagini e queste, come nulla fosse, semplicemente appaiono. Così poi accade che le vedo davvero: le vedo da dentro.

Scatto preso durante la festa nazionale del primo d'agosto 2017 a Silvaplana

Scatto preso durante la festa nazionale del primo d'agosto 2017 a Silvaplana

Mondiali di sci alpino 2017 - le gallery per la Radiotelevisione svizzera

Dal 6 al 19 febbraio 2017 si sono svolti a St. Moritz i campionati mondiali di sci alpino. Durante quel periodo mi sono state commissionate dalla redazione sportiva della Radiotelevisione svizzera le quattro gallery tematiche riportate sotto.

L'immagine di copertina di questa pagina l'ho invece dedicata a Beat Feuz, immortalato mentre sfrecciava verso l'oro in discesa libera con il tempo di 1:38,91.

PREPARATIVI:

AMBIENTE:

BUCKET LIST ST. MORITZ:

FOLKLORE:

Inaugurazione House of St. Moritz - mondiali di sci alpino 2017

Qualche scatto dell'aperitivo d'apertura della House of St Moritz avvenuto il 6 febbraio 2017. Consumazioni a prezzi corretti, animazioni video strepitose e sede di Eurosport, il tutto senza mancare in stile e con vista diretta sulla città.

E visto che questo post lo sto scrivendo a mondiali conclusi posso aggiungere che in questo luogo ho incontrato gente che già amo, un tavolino libero dove elaborare gli scatti della giornata bevendo Schümli pflumli l'ho sempre trovato, e che ammirare le lente animazioni proiettate sulla volta della House ascoltando gli idiomi del mondo è stata fra le esperienze più rilassanti che abbia mai vissuto.

Viaggio raccontato: Mendrisio - Londra in treno

Ore 5:54 am, stazione di Mendrisio: la giornata inizia tra un esercito silenzioso di individui per cui questo è un orario ordinario. Seduti al proprio posto in principio si cercano i luoghi conosciuti come la casa di un amico, il nome di un paese, il ristorante in cui si è già stati, un monumento: dei punti che uniti definiscono la conoscenza e la presenza personale sul territorio. In seguito, quando i riferimenti verranno a mancare, se ne potranno creare di nuovi attraverso delle storie, come osservare nella notte i fari di un’auto bianca e ritrovarsi a pensare quale musica starà ascoltando. La luce del giorno avanza, rendendo il panorama più protettivo verso gli abitanti delle case con le finestre illuminate. E se la notte espone intimità, il bigliettaio non è da meno, rivelando al vagone l’identità di un passeggero. 

Uomo di mezza età, senza biglietto, soldi e non abita in Svizzera. Il controllore, con tono tranquillo, forse rassegnato, esclama: “Non è divertente vero?”. Scrive qualche cosa sul bloc-notes e se ne va. Il clandestino appoggia la testa sul sedile e chiude gli occhi, come molti altri dei presenti. 

Ad Arth-Goldau la quotidianità dei gesti irrompe nel vagone dei dormienti, obbligando i presenti a ricomporsi, seduti. Appaiono chiacchiere, giornali, cellulari, dispositivi elettronici, libri e persino aghi da maglia e filo i quali, tra un diritto e un rovescio, portano il convoglio in stazione centrale a Zurigo. La prima tappa termina alle ore 8:51; caffè, nussgipfel e un bretzel al prosciutto per il pranzo, prima di salire sul TGV delle 9.34, direzione Parigi.

Attraversare territori unisce culture, le quali si ritrovano per lunghi o brevi istanti a convivere su questa Babele viaggiante a 300 Km/h. A Bellinzona è salito lo svizzero tedesco, ad Arth-Goldau l’inglese, a Zurigo il francese, a Basilea il cinese e a Dijon l’arabo, e non è mancato nemmeno l’alfabeto universale: “Seduto a fianco a me c’è un uomo, cinese, dall’età indefinita. È bisnonno. Lo so perché mi ha mostrato la fotografia della sua famiglia. Parla solo cinese e a sorrisi: comunichiamo con quest’ultimo idioma”. 

Alle 13.38 il treno entra a la Gare de Lyon, Parigi. Cinquanta minuti di tempo per scendere in metropolitana e spostarsi alla stazione di Paris Nord Est da dove, alle 15.13, partirà l’Eurostar. L’avvicinamento al mare non lo si percepisce. Distese di campi coltivati nascondono coste e gabbiani, portando in evidenza l’attesa della Manica. La si attraversa in 20 minuti, come il vecchio tunnel del San Gottardo; sapere di avere sopra di sé le Alpi o il mare cambia per un istante i pensieri, i quali vengono preso assorbiti dalla musica nelle cuffiette. Ad accogliere il convoglio in superficie in Inghilterra c’è subito il mare e alle ore 16:30 l’Eurostar entra puntuale in stazione St. Pancras Est. Dodici ore per raggiungere Londra in treno, e capire che se si resta con i piedi per terra, a volare sono le ore.  

Articolo e fotografie pubblicate sul giornale Il Caffè domenica 22 gennaio 2017.

Gottardino: ci siamo!

Sarà perché fu tra le prime votazioni a cui potei partecipare (e sostenni), perché allora (24 anni fa) sembrava una cosa così lontana, perché è il Gottardo (il SAN Gottardo), perché sopra si trovano le Alpi con il loro cielo, perché quel famoso 15 ottobre del 2010 davanti alla TV piansi come una bimba guardando le immagini della caduta dell'ultimo diaframma o insomma non so, ma passarci attraverso per la prima volta è stata un'emozione di quelle che hanno a che fare con le cose belle, che luccicano sempre un po', anche quando si trovano al centro della terra. #Gottardo #Gotthard #Alptransit #Gottardino

Mostra "Love", Chiostro del Bramante, Roma

Son di quelle mostre che quando esci devi correre al bookshop per comperare un notes a prezzi assurdi solo perché il tuo è rimasto nella borsa giù sotto al guardaroba. E poi la penna, che per fortuna la barista ti presta senza indugio forse solo perché ne avrà letto sul volto l'urgenza; l'urgenza di dire quel qualche cosa che abbia un effetto simile alle apnee da tanto ossigeno tieni dentro, o respiri, o butti fuori non so, non l'ho ancora capito.

Amo la qualità, l'originalità, il coinvolgimento dei sensi o insomma: la meraviglia, l'effetto wow, la necessità. A volte la meraviglia può diventare anche una questione di necessità del fare che poi ti porta a quel bla bla bla del notes detto prima, il tutto magari accompagnato da un buon Morellino di Scansano servito nel Chiostro del Bramante a Roma. È infatti qui che si tiene la mostra "Love" appena visitata. Già, l'amore, come "L'arte è sempre una questione d'amore" è la frase con cui inizia il percorso (che consiglio vivamente di effettuare con l'audioguida)... e io in questo Chiostro mi sa resterò seduta ancora un po'... un bel po'... con un bel po' di love addosso #chiostrolove

 

#Paperlife engadinese

Ecco tornare sul mio profilo Instagram il progetto #Paperlife, questa volta ambientato in Engadina, suddiviso in tre serie (per ora ne ho pubblicate due ;-)).

Serie Point

Unisci i punti da 1 a 2016, e otterrai l'immagine dell'Alta Engadina.

Punto Nr.1: Pontresina.

Punto Nr. 2 e 4: Plaun Da Lej

Punto Nr. 7: Madulain

Punto Nr.13: Samedan.

Punto Nr.22: Sankt Moritz

Punto Nr.25: Silvaplana

Punto Nr.30: Bevers.

Punto Nr. 79: La Punt-Chamues-ch

Punto 458: S-chanf

Punto Nr. 619: Sils.

Punto Nr. 1285: Zuoz.

Punto Nr. 2016: Celerina.

Serie Here and now (qui e ora)

Giorno 1: Sankt Moritz. Buongiorno! Colazione al profumo di pino cembro e cose buone.

Giorno 1: Lej da Staz, Celerina. Le acque del lago sono nere in quanto si trovano su una torbiera (e nel frattempo il mio cane pesca il pranzo ;-))

Giorno 1: L'Engadina è un altopiano in grado di offrire panoramici sentieri per tutti, dalle famiglie ai più esperti, per mountainbike, biciclette, trekking e, in inverno, anche per ciaspole e sci, sia da fondo che da pista.

Giorno 2: Lej Nair. Questa foto non sarebbe una #paperlife perché non avevo con me della carta, ma resta un autentico "Here and (snow) now" scatto ;-).

Giorno 2: Lago di Sankt Moritz. Oggi è un giorno duale: i colori sono bianco o nero, montagne e lago, pioggia e neve, primavera e inverno, paper and life.

Giorno 3: Spinas, Bever. Quando si cammina in questi boschi, si possono ascoltare storie di gnomi e fate.

Giorno 3: Bernina. Quando si è in presenza dei Signori della Montagna, si può solo stare in silenzio (Pizzo Bernina, 4'049 msm).

Giorno 3: Sils/Segl Baselgia. Quando il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche arrivò a Sils disse "Credo di aver trovato la terra promessa".

Progetto #paperlife su Lugano

Ritaglio la fantasia per ridisegnare la realtà, e la magia appare

Dai tetti delle case si ha una visione migliore della propria città.

Dai tetti delle case si ha una visione migliore della propria città.

La Via Nassa di Lugano si trova nel nucleo storico. Numerose boutique di lusso e raffinate gioiellerie hanno trovato posto in questa elegante via del centro.

Prossima fermata: mare!

Prossima fermata: mare!

Il terminal dei bus della città di Lugano in centro è stato costruito nel 2002 dal famoso Architetto contemporaneo Mario Botta.

Telecamere e riflettori in città... ma chi sarà mai? Angelina? ;-)

Telecamere e riflettori in città... ma chi sarà mai? Angelina? ;-)

Piazza della Riforma è il centro nevralgico della città, su cui si affaccia Palazzo Civico (1844) e numerosi caffè. Ogni anno vi si organizzano molteplici eventi culturali e musicali, tra cui Estival Jazz, LongLakeLugano e la festa di fine anno.

Scava a fondo, e creerai un monte su cui salire.

Scava a fondo, e creerai un monte su cui salire.

Il Monte San Salvatore è alto 912 m.s.m., ed è raggiungibile prendendo la funicolare di Paradiso (costruita nel 1890), o percorrendo uno dei numerosi sentieri panoramici. La sua forma particolare l'ha reso simbolo di Lugano, e si dice porti fortuna.

Anche il turismo celestiale si è modernizzato con smartphone e angelselfie ;-)

Anche il turismo celestiale si è modernizzato con smartphone e angelselfie ;-)

La Chiesa Santa Maria degli Angeli è stata costruita nel 1499. All'interno l'imponente opera "Passione e crocifissione" di Bernardino Luini è il più importante affresco rinascimentale della Svizzera. 

Nella foto Minerva mentre esegue un vincente smash!

Nella foto Minerva mentre esegue un vincente smash!

La Biblioteca cantonale è stata progettata dagli architetti Tami nel 1941, in stile moderno razionale. Contiene circa 300'000 documenti e 1'300 periodici, a protezione dell'italianità. La scultura in bronzo di Minerva sulla facciata principale è un lavoro dello scultore Remo Rossi.

Adoro quando il vento mi scompiglia i capelli...

Adoro quando il vento mi scompiglia i capelli...

Il Lungolago di Lugano è una passeggiata da cui si possono ammirare tra i più bei edifici storici della città e l'incantevole panorama lacustre. Aiuole multicolor, cespugli, alberi secolari e sculture rendono questo percorso ancora più piacevole e interessante.

"Ne resterà soltanto unooooooo (Cit. Higlander)

"Ne resterà soltanto unooooooo (Cit. Higlander)

Nella fotografia è ritratta la scultura in bronzo di Igor Mitoraj "Eros bendato", situata in Piazza dell'Indipendenza. Nel 2002 la Città ha ospitato tra le sue vie 19 sculture monumentali dell'artista, ispirate alla mitologia classica.

Qualche cosa mi dice che questa notte satiri e ninfe hanno fatto festa ;-).

Qualche cosa mi dice che questa notte satiri e ninfe hanno fatto festa ;-).

Il Parco Ciano è stato devoluto alla città di Lugane nel 1912 dai fratelli Ciani. Nei suoi 63'000 metri quadri di terreno si possono trovare specie botaniche esotiche come aiuole colorate e curate nella forma. Il Parco è punto di ritrovo per chiacchiere, relax, giochi e sport.

Quando ascolti musica jazz, la puoi anche vedere.

Quando ascolti musica jazz, la puoi anche vedere.

Il LAC è un centro culturale progettato e costruito dall'Architetto Ivano Gianola nel 2015. Al suo interno troviamo uno spazio espositivo di 2500 mq, una sala concerti da 1000 posti a sedere, diverse sale multiuso e una hall di 650 mq in cui si svolgono diverse attività aperte al pubblico.

 

Novembre 2015 sui social network

Una carrellata della mia attività mensile sui social network, senza commenti e in ordine sparso. Ci sarebbero anche i video, ma per quelli devo ancora capire come fare ad aggiungerli ;-).


Un mese di (molta ) (forse troppa... ;-)) attività sui social network

Le foto sono inserite senza titolo e senza un ordine cronologico... come sfogliare un album le cui pagine sono cadute al suolo, libere di ricomporsi a piacimento.

Album Sagra della Castagna della Valle di Muggio

Il mio concetto artistico di interazione fra realtà e fantasia comprende anche i Progetti album. Questi desiderano essere un'istantanea del momento vissuto rivisto in chiave creativa per poterlo così estrapolare dal contesto reale. Ciò permetterà sia ai presenti di rivivere il ricordo che a chiunque di poter sfogliare un istante di vita diventato eterno, libero di vagare attraverso lo spazio e il tempo, come fosse una bolla di sapone.

In questo caso vi parlerò della Sagra della Castagna della Valle di Muggio a Castel San Pietro, evento a cui ho partecipato domenica 11 ottobre 2015.

Se poi desiderate ricevere una copia pdf dell'album dovete solo scrivermi, potrete così diventare proprietari di una bolla che tornerà a volteggiare per aria ogni volta che avrete voglia di sfogliarne il ricordo. 

Informazioni album cartaceo: dim. cm 18,6 x 18,6, 35 pagine a colori rilegate, stampato in una tipografia del Mendrisiotto.

A.A.A. soffione dei desideri cerca destinatario

E poi ti volti e lui è lì, a guardarti. Ancora così bello, soffice e intatto: un soffione dei desideri. L'avrà perso qualcuno? È qui per me? Cosa faccio, ne approfitto? E sì che ho passato l'estate a soffiare di qua e di là... sarebbe troppo anche se sì, insomma, qualche cosina ancora in sospeso l'avrei... ma no dai, lo lascio a chi è destinato... anzi, faccio di meglio, lo metto qui... magari qualcuno lo riconosce e capisce che è il suo e allora su forza: chiudi gli occhi, esprimi un desiderio e via... soffia.