[6 anni di Engadina] Ecco, oggi è quel giorno lì, quello in cui 6 anni fa chiusi la porta di casa per trasferirmi con Artù a 1’800 metri; era il 17 gennaio 2017. In questa ricorrenza mi sono sempre presa un momento per scrivere, per segnare una lineetta in più sul muro, un po’ come si fa in quei luoghi in cui il tempo non scorre ma accade.
Stamane, mentre pensavo a quale potesse essere l’essenza dell’anno trascorso, mi sono vista seduta sul muretto fuori dall’atelier in una scintillante giornata primaverile. Avevo appena letto un libro sugli ultimi eremiti e ne stavo parlando con il mio amico Roberto, quando ricordo di aver detto “non riesco a capire se devo tirarmi più in su”. Ecco, il senso di quest’anno si trova lì.
Da quella tensione non si è manifestato un eremo ma la sua dimensione, che è quella di un vento che fa fiorire radici e radicare rami, capace di trasformarsi in un istante in un anello di lago da cui nasce il lancio di un sasso, un po’ come accaduto oggi con Roberto che al termine del mio pensiero in atelier è davvero apparso per riportarmi il libro sugli eremiti.
Ecco, nel tempo che scorre di quanto avvenuto in questi 6 anni potrei parlare a lungo, ma visto che mi trovo in quello che accade dico solo che adesso sta nevicando, Artù chiedendo vizi e che la mia famiglia è sempre là, presente come non mai ❤️!
Fsssst (rumore di lineetta incisa sul muro).
P.S: il muro sono io