Il giardino segreto degli istanti

Sono dell’idea che gli istanti che si riescono a cogliere nella quotidianità o nelle interazioni con l’ambiente circostante, possano creare un profondo senso di appartenenza e comunità anche quando non vengono condivisi. È come avere un giardino segreto tutto per sé.

Io ho cominciato a sentire di appartenere a qualcosa di più grande quando ho compreso che il mio giardino, anche se privato, era composto dagli stessi elementi che componevano la natura là fuori, accessibile a tutti e non solo a me. Il mio giardino, quindi, era parte di un tutto più vasto “malgrado” fosse segreto. Ho così imparato (a mie spese) che fra privato e isolato c’è un’enorme differenza (e che fatica passare dall’una all’altra modalità…). 

Il senso di collettività, invece, secondo me può emergere dalla diversità e molteplicità di fiori e piante che si riescono a coltivare nel proprio giardino. Ogni pianta rappresenta un’esperienza diversa, e benché magari alcune non ci piacciano particolarmente, insieme formano un ecosistema ricco e variegato. Questa diversità non solo è in grado di riflettere la complessità della propria storia personale, ma si intreccia anche con le storie e le esperienze altrui. 

Ogni giardino segreto infatti, è sì unico ma nel contempo è anche parte di una rete più ampia di giardini segreti. Ognuno ha le sue peculiarità ma, soprattutto, sono tutti custodi sia di una propria sia di una collettiva comunità. E che bello appartenere alla comunità dei giardini segreti! È un po’ come riconoscere senza però conoscere la parte nascosta di ognuno. È un sentirsi uniti a prescindere, nel segreto.

Ecco perché credo molto nella raccolta e coltivazione degli istanti: perché sanno generare e alimentare un sentimento di appartenenza e collettività che, pur partendo dall'individuo, è in grado di abbracciare un’esperienza più ampia e condivisa; oltre le mura di tutti i giardini, anche quelli più segreti.

Lieti momenti

Giada