Li chiamano colpi di testa ma sarebbe più giusto dire colpi di pancia da tanto sono irrazionali; e poi chissà perché li chiamano colpi quando più che altro sono spinte. Tutto è iniziato con un “ma sì dai, comincio a guardarmi in giro se poi trovo è destino”. Cinque. Sono bastati cinque giorni ed eccomi lì a firmare due documenti: un nuovo contratto d’affitto e una disdetta d’appartamento.
Vado. Parto. Provo a viverla: lei, l’Engadina o meglio, come la chiamano là, l'Engiadina, con dentro il mio nome. Il tedesco? Ich heisse Giada und ich bin 42 Jahre alt ma, soprattutto, entschuldigung können Sie bitte langsam wiederholen? Che strana la vita: fino a poco tempo fa mai me ne sarei andata, mentre ora mai potrei restare senza prima provare questa esperienza. Comincio con un anno; magari meno o magari di più. Traslocherò in febbraio, mese in cui inizierò i corsi di integrazione di tedesco affiancati da quelli in inglese: non so, ho voglia di comunicare: ho almeno bisogno di poterlo fare.
Una camera nel Mendrisiotto la terrò in quanto conto di tornare almeno una volta al mese: a me piace stare qui ma per adesso non così, non più. Inoltre quando i cuori sono vicini non bisogna temere i chilometri di distanza, e sinceramente con la famiglia e gli amici meravigliosi che ho la fortuna di trovarmi accanto questa è l’ultima delle preoccupazioni; anzi, sarà persino più eclettico e divertente.
E niente, era solo per dire che se da febbraio passate da Sils Baselgia un caffè nel mio nuovo atelier ve lo offro volentieri. Se poi quando suonate il campanello non trovate nessuno prima di andarvene guardatevi attorno: probabilmente sarò lì in giro a cercare di catturare quella luce che dopo tanto ammirare, è riuscita davvero infine a catturare me.