Abbiamo ancora miti che ci uniscono?
Nel 2021, mentre lavoravo all’opera #solstizioinverno2020, ho percepito per la prima volta in modo netto il potere di una narrazione collettiva. Avevo chiesto alle persone di raccontarmi la loro giornata tramite messaggio vocale, che poi risolvevo in gesti pittorici su tela. Senza rendermene conto, stavo componendo una foresta di esistenze.
Nei messaggi si parlava di pianti, speranze, scazzi, addii, musica, amori eterni, caffè, confusione, solitudini, semi di mela, aspettative, rumori, famiglia. Frammenti di quotidianità che, intrecciati, creavano qualcosa di più grande della somma delle singole esperienze.
Ho sentito come un insieme di istanti personali potesse diventare patrimonio collettivo, come la semplice condivisione di un momento potesse restituire un senso di appartenenza.
Dal sé al noi: la mitopoiesi come atto sociale
A distanza di tre anni, mi accorgo che quello che facevo era già una forma di mitopoiesi contemporanea. Ma cosa significa? La mitopoiesi è la creazione di nuovi racconti collettivi partendo dalle esperienze reali, per dare senso alla realtà e unire attraverso le storie. Quindi non più miti imposti dall’alto, ma storie nate dall’incontro e dall’insieme delle esistenze.
È questo ciò che voglio provare a fare con il mio lavoro: costruire un nuovo collante sociale laico, un filo che ci aiuti a ritrovare un senso di appartenenza senza dover aderire a dogmi, ideologie o visioni univoche. Sono dell’idea che le storie possano ancora farlo.
Se nel 2021 la mia foresta era giunta come un’intuizione, oggi diventa una direzione: voglio continuare a raccogliere frammenti di realtà vissuta e trasformarli in una narrazione collettiva che ci aiuti a riconoscerci parte di qualcosa di più grande.
Una nuova direzione
Attraverso la mia ricerca artistica, continuerò a fare in modo più strutturato e consapevole:
Raccogliere frammenti di realtà vissuta
Trasformarli in una narrazione collettiva
Costruire un nuovo immaginario condiviso
Questa volta però non avverrà più su tela. Continuerò a creare parole collettive, cercherò di costruire un archivio vivente, proporre esperienze partecipative e utilizzare nuovi strumenti ancora tutti da esplorare.
In pratica inizierò a raccogliere istanti in un modo nuovo… anche se in fondo, vedrete, sarà sempre lo stesso.
Se anche tu senti il desiderio di far parte di questa narrazione collettiva, seguimi in questo percorso e, se non l’hai ancora fatto, puoi persino iscriverti alla newsletter.
Quindi a presto, per raccogliere insieme istanti di estrema realtà.
Lieti momenti
Giada
Leggi il post che avevo scritto nel 2021 a proposito del senso della foresta.
Scopri di più sul dipinto Solstizio Inverno, da cui è scaturita questa sensazione